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PREMESSA
La bibliografia del restauro degli ultimi 30 anni è ricca di contributi che si interrogano sull’importanza di conservare e rispettare la ‘pelle’ degli edifici e di operare per preservare gli intonaci antichi, testimonianza di saperi e capacità artigianali tramandate nei secoli. [...]
La bibliografia del restauro degli ultimi 30 anni è ricca di contributi che si interrogano sull’importanza di conservare e rispettare la ‘pelle’ degli edifici e di operare per preservare gli intonaci antichi, testimonianza di saperi e capacità artigianali tramandate nei secoli.
Numerosi sono gli scritti che descrivono le modalità con cui intervenire su tali superfici antiche conservandone la materia e le tracce del tempo. Anche recuperoecoservazione ha pubblicato negli anni contributi specifici su questo tema e numerosi casi esemplificativi delle modalità di conservazione (ne potremmo fare una corposa raccolta monografica … ci penseremo!)
Con questo numero speciale abbiamo voluto andare oltre le tematiche del ‘come intervenire’ - pratiche che vogliamo considerare prassi consolidata tra coloro che si occupano di restauro, e quindi anche dei nostri Lettori. Lasciate da parte le modalità di pulitura, consolidamento e protezione, e con esse casi studio specifici, abbiamo invece voluto sfidare gli eventi e confermare con forza il valore delle superfici storiche ad intonaco in un momento in cui esse, soprattutto quelle della cosiddetta edilizia minore e diffusa, si trovano a rischio di estinzione grazie agli interventi sconsiderati che dilagano nella nostra penisola all’insegna di un ‘sbandierato’ risparmio energetico promosso da allettanti sgravi fiscali, il famigerato superbonus 110%.
Non ci preoccupano gli edifici storici vincolati e abbiamo preferito porre l’attenzione sulle tante superfici non tutelate da alcun vincolo e che costituiscono testimonianza di un ‘saper fare’ di qualità e, spesso, anche dell’utilizzo di materiali locali, caratteristici di specifiche aree geografiche.
Il tratto distintivo di un paesaggio edificato consiste proprio nell’unicità delle superfici che caratterizzano quegli edifici e che tanti cappotti, tutti uguali, rischiano di cancellare per sempre in nome di una rinnovata veste totalmente anonima.
Proviamo ad osservare meglio quello che ci circonda e scopriremo con meraviglia la molteplicità di varianti che la parola INTONACO descrive.
Consapevoli del fatto che il nostro è solo un piccolo contributo nel mare del comparto edilizio, ci piace pensare sia nostro doveroso compito dare voce ancora una volta ai principi che animano il nostro caro mondo del restauro architettonico.
Buona lettura!
CF & CF