pubblicato il 15/02/2022
recmagazine ha deciso di intraprendere un'azione di divulgazione e sensibilizzazione tra i numerosi operatori del mondo del restauro in merito al rischio che l'attuale BOZZA di direttiva europea in tema di efficienza energetica sia approvata nella sua attuale stesura alla luce di alcune importanti criticità che risulterebbero pericolose per gli edifici storici, anche per quelli sottoposti a tutela. Dal momento che i cittadini europei sono attualmente chiamati ad esprimersi (entro marzo 2022) riguardo alla proposta di rifusione della direttiva UE 31:2010, il Comitato Scientifico di recmagazine e alcune figure che lo affiancano attivamente hanno elaborato un documento (in allegto in italiano e inglese) che sarà consegnato alla Commissione Europea e che sintetizza la criticità dei contenuti della proposta di normativa. Qeste criticità sono riassunte brevemente di seguito.
INVITIAMO tutti coloro che sono interessati alla tematica a svolgere azioni analoghe alla nostra direttamente sul sito della Comissione Europea (più numerosi saranno i feedback inviati alla Commissione maggiori saranno le possibilità di avere qualche risconto in merito ai contenuti) soprattutto se tali voci saranno quelle di associazioni, enti, gruppi omogenei, ecc. Questo di seguito è il link dove inviare le proprie osservazioni ENTRO IL 31 MARZO:
https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiative...
Per chi invece fosse interessato ad aderire al nostro documento (visionabile e scaricabile in fondo a questa pagina) è possibile inviare il proprio nominativo utilizzando il form sotto, che sarà disponibile FINO al 30 marzo. I nominativi raccolti (che NON sono firme con valenza ufficiale) saranno semplicemente aggiunti in forma di elenco in fondo al nostro feedback.
COSA STA ACCADENDO? COSA CI ALLARMA? COSA POTREBBE SUCCEDERE PER I NOSTRI EDIFICI STORICI?
Il tema è stato approfondito in un articolo pubblicato su recmagazine169 'DIRETTIVE EUROPEE E PRESTAZIONE ENERGETICA. Quali cambiamenti per gli edfici storici?' a firma di Giovanni Litti (VAI all'articolo > QUI) di cui riportiamo di seguito alcuni dettagli.
Nel nuovo pacchetto di direttive Europee in materia di efficienza energetica in edilizia, e soprattutto nella attale rifusione della UE 31:2010, si evidenziano alcuni aspetti di criticità in merito all’approccio alla riqualificazione energetico-ambientale dell’edilizia storica e più specificamente di quella sottoposta a tutela. In primo luogo si evidenzia un rischio per la salvaguardia degli edifici storici tutelati i quali, secondo le nuove direttive, non sarebbero più esentati dal rispetto dei requisiti minimi di prestazione energetica.
Lo stralcio della deroga per gli edifici tutelati non è giustificabile in ragione di un vantaggio ambientale significativo nel processo di decarbonizzazione del patrimonio costruito esistente, in primo luogo per via del numero estremamente limitato dei beni architettonici sottoposti a tutela ed in secondo luogo perché la necessità di garantire una conservazione appropriata per questi edifici non consentirebbe sempre di rispattare i requisiti minimi di prestazione energetica dell’involucro.
Inoltre, questo pacchetto di direttive, ed in particolare la proposta di rifusione della UE 31:2010, manca di offrire un approccio robusto e trasparente al monitoraggio degli impatti ambientali
di questi edifici nel ciclo di vita. Queste mancanze potrebbero condurre ad uno scenario di inevitabile incertezza rispetto al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’edilizia esistente prefissato al 2050 e di tutela adeguata del patrimonio architettonico europeo. Tutela, per la quale, sono responsabili gli Stati Membri.
Edilizia storica tutelata
- Gli edifici storici e i beni architettonici devono continuare a rimanere esentati dall’obbligatorietà del rispetto dei requisiti minimi di prestazione energetica, ovvero perseguire obiettivi di miglioramento e non di adeguamento energetico, come già espresso nella direttiva UE 844:2018 al punto (18).1
- Inoltre, legiferare in materia di beni culturali esula dagli ambiti di competenza legislativa della Commissione Europea. Pertanto, la rimozione di questa deroga, come immaginata dalla bozza di rifusione della UE 31:2010, sarebbe incompatibile con i trattati europei.
NOTA 1_"E’ opportuno promuovere la ricerca e la sperimentazione di nuove soluzioni in grado di migliorare la prestazione energetica degli edifici e dei siti storici, garantendo allo stesso tempo la protezione e la conservazione del patrimonio culturale."
Edilizia storica non tutelata
- Allo stato attuale, la bozza di revisione della UE 31:2010 non obbliga ad effettuare un'analisi al ciclo di vita per valutare il vantaggio ambientale netto degli interventi di riqualificazione energetica realizzati sull’edilizia esistente (quindi non solo storica) ma solo nel caso di nuove costruzioni. Questa mancanza, di fatto, non consente di valutare con trasparenza l’impatto ambientale delle riqualificazioni energetiche al netto degli impatti incorporati in questi interventi. Un simile approccio manca di tracciare le emissioni provocate dagli interventi, con una inevitabile sovrastima del loro vantaggio ambientale. Pertanto, l’introduzione dell’analisi degli impatti ambientali al ciclo di vita dovrebbe rendersi obbligatoria anche negli interventi di riqualificazione energetica così da guidare la scelta dell’intervento ed assicurare un monitoraggio trasparente della decarbonizzazione del parco edilizio esistente.
- Gli interventi di riqualificazione energetica nell’edilizia storica non tutelata sono sollecitati in quasi tutti i Paesi membri della UE. In questi casi, sarebbe opportuno prevedere requisiti minimi di prestazione energetica differenziati tra edilizia esistente non storica ed edilizia esistente storica non tutelata, soprattutto in relazione alle prestazioni energetiche dell’involucro edilizio. Questo, per garantire un miglioramento prestazionale degli edifici storici senza comprometterne la loro opportuna conservazione.
- Nell’insieme di indicatori sviluppati per monitorare la decarbonizzazione degli edifici esistenti a mezzo di riqualificazioni energetico-ambientali, si dovrebbe tener conto anche degli impatti incorporati delle misure di riqualificazione nell’intero ciclo di vita o periodo di tempo sufficientemente lungo (ad esempio 100 anni).
- I controlli sulla correttezza degli attestati di prestazione energetica dell’edilizia esistente dovrebbero essere potenziati, così da evitare pratiche di “green washing”. Inoltre, diagnosi strumentali dell’edificio dovrebbero essere sollecitate al fine di stabilire l’approccio più appropriato alla riqualificazione energetica dell’edilizia esistente.