ISSN 2283-7558

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Il Parco del Colle Oppio

Il Parco del Colle Oppio

e la riqualificazione dell’area

redazione
pubblicato il 11/04/2025

La Direzione dei lavori degli interventi realizzati nel 2019 dal Dipartimento Sviluppo e Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale e la Responsabilità del Progetto, per la Sovrintendenza Capitolina, di Riqualificazione dell’area del Parco del Colle Oppio, attualmente in corso, ha consentito a chi scrive una personale e specifica conoscenza del luogo.
A cospetto del Colosseo e con lo sfondo del Palatino, il Parco del Colle Oppio a Roma si sviluppa su un’area di circa 11 ettari del rione Monti, con ampie zone verdi che fanno da cornice ad imponenti resti archeologici ottenendo in questo modo un paesaggio davvero suggestivo.
Il Parco è il risultato di due principali interventi realizzati nel corso di un decennio circa (1926-1936), quello di Raffaele De Vico, che ha riguardato la parte bassa tra Via Fortunato Mizzi e Via Labicana, attorno alla Domus Aurea, e quello successivo, di Antonio Muñoz, nella parte alta, lungo viale delle Terme di Tito e viale del Monte Oppio, dominata dalle Terme di Traiano.
L’area fu destinata a giardini pubblici nel 1871, nei piani urbanistici per adeguare la città a ruolo di capitale e in seguito inclusa nella cosiddetta “Zona Monumentale”, area archeologica tra il Campidoglio e l’Appia Antica.
De Vico realizza il giardino lungo due viali principali, viale della Domus Aurea e viale Fortunato Mizzi, alle cui estremità pone 4 ingressi monumentali e al suo interno inserisce una serie di fontane realizzate sfruttando il dislivello naturale del colle.
L’impianto prevede dunque un asse rettilineo che parte dall'ingresso davanti al Colosseo e termina individuando lo stesso monumento come punto di fuga della spettacolare prospettiva; l’asse si interseca con una linea d’acqua che parte dalla fontana delle anfore o del Canestro, vasca ottagonale circondata da anfore di terracotta e da due fontanine in travertino con mascheroni dedicate agli imperatori Nerone e Traiano, e prosegue nel ninfeo sottostante, con cascatelle intermedie, lungo il pendio, concluso in un belvedere, esteso su un tracciato affacciato sulla Via Labicana ed ornato con due piccole fontane, fontane dei petali, con vasche a terra, balaustro centrale e catino superiore a fiori di loto.
Questa scelta progettuale si rifà alla tradizione delle ville rinascimentali dell’Italia Centrale, organizzate in sistemi composti da un asse centrale che unisce l’ingresso con il palazzo principale, intercettato da viali ortogonali con giochi d’acqua, sul modello della Villa d’Este a Tivoli, della Villa Lante a Bagnaia e del Giardino Farnese a Caprarola.
Un’attenta sistemazione è percepibile anche nella scelta dei materiali decorativi delle fontane: tufo, travertino, ciottoli, mattoni, richiamati anche nei portali.
Nel parco trova inoltre spazio una variegata vegetazione; nell’area tra il viale centrale e la Domus Aurea sono presenti le palme, essenze esotiche tipiche del giardino paesistico, nella zona tra lo stesso viale e la scarpata su via Labicana vi è un roseto e tutto l’impianto del giardino è delineato da siepi di bosso e mirto, che usando elementi vegetali, ripropongono in superficie la sottostante Domus Aurea, proponendo una ricostruzione visiva dei monumenti.
Sono presenti, infine, piante mediterranee come pini, lecci, cipressi ed oleandri.
Al momento dell'inaugurazione, avvenuta il 21 aprile 1928, erano stati realizzati: l'area del cosiddetto palmeto, il roseto con oltre 2.500 tipologie di rose, le terrazze su via Labicana e le fontane, ad esclusione del Ninfeo, ancora in costruzione come i due ingressi su via Ruggero Bonghi e su via Nicola Salvi insieme alle aree adiacenti.
L’attività di De Vico sul Colle si concluse con questi interventi, infatti non sarà chiamato a occuparsi dei lavori del parco di Traino, progettati e diretti da Antonio Muñoz.
Mentre la progettazione di De Vico presenta un carattere organico e ancora facilmente osservabile, il completamento di Muñoz, della parte sommitale, ha lasciato forme più libere nella configurazione delle ultime aree, oltretutto spesso oggetto di rimaneggiamenti successivi, che hanno reso difficile la lettura del disegno d’insieme.
Nel 2019, i lavori, eseguiti dal Dipartimento SIMU, hanno riguardato due aree di intervento, ubicate rispettivamente ad ovest del Parco, nell’area presso le Terme di Traiano e ad est, corrispondente all’ingresso da Via delle Terme di Traiano, Viale Fortunato Mizzi e zone in adiacenza. Gli interventi hanno riguardato sia aspetti manutentivi, come la ridefinizione dell’assetto dei marciapiedi, il rifacimento delle pavimentazioni, la sostituzione e/o ripristino dei cigli in travertino, che di restauro, come il pavimento in laterizio su Viale Fibonacci, la cordonata e la scala recuperata su Viale Fortunato Mizzi, che aspetti vegetazionali, come potature, espianto e messa a dimora di alcune essenze.

Nel 2023, la Sovrintendenza Capitolina, ha previsto, all’interno del Programma “Caput Mundi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), un nuovo intervento di riqualificazione dell’area del Parco del Colle Oppio.
A seguito della progettazione di fattibilità tecnico economica, definitiva ed esecutiva, e all’acquisizione dei pareri del competente Parco Archeologico del Colosseo, a settembre 2024, sono stati avviati i lavori di restauro per un importo totale di finanziamento di € 1.510.000,00.
L’intervento, la cui conclusione è programmata nel mese di giugno 2025, interessa, questa volta, il restauro del portale e dei propilei su via delle Terme di Traiano, del portale su via Nicola Salvi e della fontana del Ninfeo, per la quale, insieme alla fontana delle Anfore, si avrà la rifunzionalizzazione dell’impianto idrico.
Tutti i restauri sono stati orientati alla restituzione di un’immagine dei manufatti coerente con quella originaria, nonché alla ripresa della migliore condizione possibile dei materiali, secondo i principi di conservazione del restauro.
In particolare, per quanto riguarda gli elementi in tufo, in pessimo stato, soggetti ad un importante fenomeno di esfoliazione, tanto da aver perso la geometria originale, si è mirato al ristabilimento della coesione con trattamenti di pulizia e consolidamento, al fine di evitare un ulteriore degrado o perdita di parti.
Per la rinfuzionalizzazione delle fontane del Ninfeo e delle Anfore, è stato progettato un nuovo impianto inserendo, in un’ottica di sostenibilità, sistemi di recupero e trattamento delle acque.  A completamento verranno realizzati ex novo anche le tubazioni e verrà recuperata e riutilizzata la vasca ipogea sotto la fontana delle Anfore che probabilmente svolgeva la funzione di riserva idrica di tutto il Parco. L’unico intervento inserito nella parte alta, nei pressi del viale del Monte Oppio, sarà la realizzazione del nuovo lucernario a copertura del ninfeo ipogeo. Quest’opera ha avuto l’urgente compito di messa in sicurezza dei luoghi attraverso la demolizione controllata del solaio moderno esistente, pericolante, con manifesti cedimenti della struttura portante. Sulla muratura che sostiene il solaio esistente verrà installato il nuovo lucernario, in carpenteria metallica e vetro, dotato di fessure di areazione perimetrale, con un corpo centrale rimovibile per permettere l’eventuale ingresso di apparecchiature nel sottostante ipogeo.
Nonostante siano in corso nel Parco altri interventi di restauro e valorizzazione di siti di incommensurabile valore storico archeologico nell’ambito del PNRR (Terme di Traiano – Galleria sotterranea - Restauro dell’affresco della “Città Dipinta; Terme di Traiano - Cisterna delle Sette Sale), le esigenze di conservazione e valorizzazione delle preesistenze sono ancora quantitativamente rilevanti.

di Ornella AMATO
Funzionario Architetto della Sovrintendenza Capitolina
Comune di Roma

  

Bibliografia
Cremona Alessandro, Claudio Crescentini, Sandro Santolini (a cura di). “Raffaele de Vico architetto e paesaggista - Un "consulente artistico" per Roma”. Palombi, 2020.
Gawlik Ulrike. “Raffaele de Vico. I giardini e le architetture romane dal 1908 al 1862”. Leo S. Olshki, 2017.
Benocci Carla. “Il parco del Colle Oppio: un giardino all'insegna dell'arredo urbano” in L. Cardilli - A Cambedda Napolitano “La capitale a Roma. Città e arredo urbano. 1870 - 1945” pp. 260-262. Cat.mostra Roma,1991.
de Vico Fallani Massimo. “Raffaele de Vico e i giardini di Roma”.Sansoni,1985.