Dottorando in Urban Planning al Politecnico di Milano, ha studiato e sta svolgendo ricerca nelle università di Cardiff, Wageningen e Bogotà-LaSalle. Ha collaborato con Amat e Comune di Milano. Si occupa di mobilità e capability, all’incrocio tra sviluppo umano e territoriale
gvecchio
L’ETERNO PRESENTE DELLA CITTÀ SMART
I big data sono una presenza sempre più pervasiva nelle città contemporanee: da una parte, aumentano i dispositivi in grado di tracciare spostamenti, preferenze e consumi; dall’altra, continuano a crescere le analisi che, grazie ai dati così raccolti, rappresentano i fenomeni urbani in modo sempre più preciso. Oltre l’entusiasmo per le nuove opportunità conoscitive e operative fornite dalle tecnologie, è importante chiedersi quale sia la città che i big data raccontano e aiutano a costruire. L’utilizzo sempre più massiccio di algoritmi per elaborare informazioni e indicare soluzioni solleva alcune questioni sul valore dei big data nel campo dei problemi urbani, riguardanti soprattutto la completezza e la pluralità delle rappresentazioni che forniscono. Se le città vivono di continuo cambiamento, il ricorso ai soli big data potrebbe invece limitare la natura mutevole della città come luogo di continua sperimentazione e di libera espressione.
ETERNAL PRESENT OF THE SMART CITY
Big data are an increasingly pervasive presence in contemporary cities: on the one hand, the devices that can track movements, preferences and consumptions are growing; on the other hand, continuous is the development of analyses that use these data to represent urban phenomena with increasing precision. Beyond the enthusiasm for the new analytical and operational opportunities made available by technologies, it is important to investigate what kind of city big data describe and help to create. The increasingly massive use of algorithms to elaborate information and provide solutions raises some issues on the value of big data for urban problems, especially as for the completeness and the plurality of the representations they provide. While cities are continuously changing, the exclusive use of big data may instead limit the variable nature of the city as a place of continuous experimentation and free expression.
INFRASTRUTTURE SENZA PAESAGGIO
Infrastrutture e paesaggio sembrano spesso in contrasto tra loro. Le prime sono considerate indispensabili per lo sviluppo di un territorio, ma appaiono come corpi estranei, con impatti che spesso alterano i caratteri dei paesaggi esistenti e attirano l'opposizione locale. Eppure, se il paesaggio è il modo in cui l'uomo trasforma il mondo, le infrastrutture hanno e possono avere un ruolo primario in questa opera di trasformazione. Recenti esempi del nostro paese, come l’alta velocità ferroviaria, mostrano quelle che sembrano infrastrutture senza paesaggio: raccontarne le caratteristiche e le criticità può allora servire a individuare nuove modalità di azione, che facciano tornare a dialogare infrastrutture e paesaggi tanto nel dibattito pubblico quanto negli interventi sul territorio.
INFRASTUCTURES WITHOUT LANDSCAPE
Infrastructures and landscapes often seem to be at odds with each other. The former are seen as fundamental for territorial development, but appear as foreign bodies, whose impacts often alter existing landscapes and foment local oppositions. Nevertheless, if landscape is the way in which mankind shapes the world, then infrastructures have and can have a primary role in this transformation. Recent examples from Italy, like the high speed rail, show “infrastructures without landscape”: the description of their features and issues may then help to find new courses of action, which can make promote again the dialogue between infrastructure and landscapes, both in the public debate and in the territorial interventions.