Fermo in autostrada a causa di un ingorgo consultavo il navigatore per cercare un percorso alternativo che mi portasse a destinazione fuggendo alla prima uscita. Obbediente alle richieste, lo strumento collegava rapidamente i due punti dandomi la distanza, il tempo, il tragitto e i percorsi suggeriti. Non conoscendo bene il luogo, non capivo se i tracciati consigliati attraversavano rilievi o se erano in pianura, inoltre, per la grafia indistinta che hanno tutti i satellitari, non distinguevo bene né i caratteri del paesaggio rappresentato né quelle dei paesi circostanti e, quindi, non mi era chiaro, anzi mi appariva assolutamente estraneo, il contesto ambientale da percorrere. Poi registravo che non c’erano alternative: l’uscita dell’autostrada era distante, il traffico pressoché bloccato e a me non rimaneva che osservare quella scarna mappa del territorio e rifletterci sopra. E’ una mappa utilissima, indispensabile alla quale tutti noi, purtroppo, da non molto ci siamo abituati e non riusciamo a farne a meno ma è una mappa che non distingue, nel senso che non rileva criticamente e non rappresenta con adatte simbologie, i segni del paesaggio, non interpreta quel dato fondamentale per la nostra identità che sono le particolarità, le caratteristiche del "paesaggio culturale" che ci circonda.